lunedì 25 luglio 2011

Bohemian Rapsody

No no, non ho intenzione di parlarvi dei Queen (ciao Massi! :P) ma dell'ormai famosissimo Pallanuotista Bohémien del cazzo che si diverte a giocare al gatto col topo.
Ammettetelo che le mie ridenti vicessitudini amorose vi erano mancate!
Eravamo rimasti che la cosa era stata chiusa, o meglio così pensavo.
E invece no.
Lunedì scorso ha deciso di ricominciare con lo scartavetramento di maroni a oltranza, proprio il suo stile!
Io ero in piena crisi mistica, dato che ero di funerale coi miei, quindi poco propensa a fare la simpatica.
Agli sms zero risposta. Scatta la telefonata. La motivazione: la laurea di un suo amico che avrò visto sì e no due volte nel breve tempo in cui ci siamo frequentati mesi e mesi fa. Insomma, del tutto assurda come cosa, dato che dubito che l'amico si ricordi anche che faccia ho.
Ho cortesemente detto che ero impegnata in funeste vicende e che quindi non avrei presenziato al lieto evento (anche perché - detto tra noi - le lauree altrui mi scatenano sempre un po' di gastrite dato che la mia viene procrastinata da tempo dalla mia simpaticissima prof, ma di questo parleremo più in là magari!) e di congratularsi da parte mia col futuro dottore. La mia voce evidentemente non lasciava spazio alla sua sagacia, visto che poche ore dopo, quando finalmente sono tornata a casa mia si è manifestato citofonando con la sollecitudine di un testimone di Geova.
Non contento della mia richiesta di sparire dato che non era proprio il momento, ha comunque fatto in modo di entrare e quindi me lo sono ritrovato sullo zerbino.
Che gioia infinita. Certo.
Momenti di dramma, lui che insisteva per sapere cosa mi era successo, che millantava preoccupazione a mille, che mi ha abbracciata forteforteforte come fanno i fidanzati quando la morosa è in sindrome premestruale. Insomma, io che in quel momento avevo all'attivo un paio d'ore di sonno in quattro giorni ed ero psicologicamente molto provata, mi sono lasciata convincere a fargli preparare il caffè.
Lui parlava, io ovviamente no, anche perché non avevo proprio una beneamata mazza da dirgli. La cosa è durata la bellezza di tre ore. Eterne.
Io ogni tanto uscivo dal coma chiedendogli se non aveva di meglio da fare, lui che rispondeva di no perché era lì che doveva stare. Sì, lì è casa mia. Mia. Sottolineiamo la cosa onde evitare fraintendimenti di sorta.
Non mi spiego ancora perché abbia dovuto venirsi a rilassare da me, e non andarsene affanculo.
La risposta al momento è nebulosa e oscura, visto che non mi ha voluto chiarire il punto.

Ora, penserete tutti che è stato taaaaaaaaaaanto cariiiiiiiinoooo, romanticoooooooo, teneroooooooo, adorabiiiiiiile. Certo certo. Come una badilata sulle gengive.
Un vero amore.
Mi ha fatto le coccole come ai gattini, io sono tipo collassata in coma visto che non ce la facevo più, mi sono svegliata con lui che mi abbracciava teneramente e mi schioccava dolci bacetti.
Una vagonata di miele, è già tanto che non mi sia svegliata diabetica.
Mi ha anche dato un bacio, sì sì sulla bocca. Senza lingua perché appena ci ha vagamente pensato ha rischiato l'amputazione a morsi.

Conclusione, se n'è andato tre ore dopo, senza avermi dato alcuna motivazione logica della sua presenza. La sera mi ha ancora scritto qualche sms accorato e preoccupato. E poi?

SPARITO nel nulla.

Ora, se avete il coraggio venitemi a dire che quella pazza sono sempre io.
Io non capisco proprio i maschi che mi si rapportano che cosa abbiano che non va.
Se trovate una risposta convincente, prego, a voi la parola.
La prossima volta lo soffocherò con lo zerbino.
C'è scritto sopra "Welcome friends" quindi posso sempre incolparlo di eccessiva cortesia!

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