domenica 22 gennaio 2012

Di ricerche di abiti, sartine e sonniferi!

Ok, parliamo di cose serie adesso, basta cazzate!
Sono appena tornata da un week end milanese. Ho portato i regali a Ladybug, Lordbug, Turlinda e il fratello di Ladybug (che però era essente ingiustificato e quindi lo scarterà quando gli scfizzeri lo libereranno), lo so, sono arrivata un po' tardi, ma oh, era il primo week end libero che avevo, e giustamente sono andata a passarlo da loro. Non potete immaginare la gioia!

L'evento epocale era ovviamente il primo giro di perlustrazione alla ricerca dell'abito da sposa perfetto per Ladybug. Siccome sono la testimone (e siccome sua madre, alias Turlinda, non può essere lasciata sola in questa delicatissima fase perché altrimenti le si surriscalda il cervello e inizia a sbiellare) ovviamente sono stata caldamente invitata a presentarmi. Della serie che se non ci fossi andata mi avrebbe sostituita.
Ovviamente non potevo permettere una cosa del genere, anche perché io sono la best testimone in the world, quindi senza di me sto matrimonio farebbe cagare. Tiè.
(sì ho bisogno di sentirmi importante, non fateci caso)

Qualche giorno fa quindi ricevo questo sms: "Ladybug a Regina delle nevi: confermato operazione "Fata Madrina" per sabato mattina, h 10.30. Prevista levataccia. Passo."

A parte il fatto che la mia migliore amica è uno spasso, vi devo assolutamente raccontare l'avventura!!!
Se avete letto un po' il mio blog avete di certo sbirciato anche il suo quindi sapete che stiamo parlando di una sposa piuttosto "particolare", anticonformista e decisamente poco incline al rispettare le tradizioni, soprattutto se parliamo del vestito.
Complice un sito estremamente accattivante ha quindi preso il fantomatico appuntamento in questo posto che sembrava davvero carino, un super atelier nell'hinterland milanese. Anzi, in culo a giove.
La spedizione con le tre grazie (sposa, io, madre sposa) è giunta in loco così incazzata che se avessimo avuto del napalm probabilmente ora quella bettola di negozio non esisterebbe più. Idem l'hintenland.
A parte che la strada è stata un delirio, cartelli messi a minchia, indicazioni e rotonde così confuse che il labirinto di Minosse sarebbe stata una passeggiata in confronto, ecc. Insomma, fuori Milano, è un mondo a parte. E noi vogliamo evitarlo il più a lungo possibile, grazie.
Francamente se avessimo deciso di andare da Kleinfeld (guardate Real Time e capirete) ci avremmo messo meno, considerando anche il fuso orario Milano-NY, ed il volo di ritorno, ovviamente!

Strada a parte... sto posto era orrido. Un luogo davvero tremendo, con vestiti orrendi, commesse incapaci e sarte che tutto sembravano tranne che quello. Anzi la signora pareva una ex cocotte (cit. mia nonna) appena salvata dalla strada. Purtroppo non posso farvi capire di cosa parliamo usando la mia celeberrima descrizione live, che ormai è entrata nella storia dei miei sketch comici e che di certo riproporrò al mio pubblico per i prossimi 100 anni, ma posso comunque provare a farvi capire lo stile del soggetto.
La sarta è alquanto bassa, sformata, con in testa una cofana di capelli ricci tipo sterpaglia rosso/arancione tipo salame piccante calabro. Presenta un trucco in pieno batton style, e un abbigliamento tipo puffo: dolcevita corto che lascia intravedere i rotoloni regina blu, leggins blu, tronchetti modello elfo in vellutino blu. Tre blu diversi. E' un dettaglio essenziale.

Ora immedesimatevi please: siete una futura sposa, in cerca dell'abito per il giorno più bello della vostra vita, ecc. e vi trovate davanti Bontina vecchia, grassa e pure zoccola, che fate? Comprate?
Ovviamente no.
E infatti appena possibile ci siamo date alla fuga, promettendo a noi stesse che quel luogo mai ci avrebbe riviste, manco se rimanesse l'unico atelier sulla faccia della terra.
Piuttosto l'abito lo cucio io bucandomi a sangue le mie dolci manine.

Immaginate la tristezza al ritorno a casa, la spedizione era stata un fiasco, nessuna di noi aveva versato nemmeno una lacrima, anzi io avevo dato libero sfogo al mio repertorio di acidità e critiche serratissime, mentre la povera Turlinda era così sotto shock da aver mantenuto per tutto il tempo una paresi facciale del tutto simile alla monoespressione di Bella in Breaking Dawn (se non sapete di che parlo, leggere il post a lei dedicato e poi vedete il film!).

Ma la giornata non era ancora finita.
Avremmo voluto eh, eccome, ma no!
Abbiamo ancora dovuto sottoporci alla tortura delle torture, l'incubo degli incubi, la sedia elettrica senza spugnetta bagnata delle sedie elettriche: una cena con la famiglia Barilla. Vi ricordate di loro?
Come dimenticarli eh... ecco, dopo mesi e mesi li ho rivisti, e ho sentito per la ventordicesima volta gli stessi aneddoti e le stesse barzellette che sento da circa 10 anni.
Fino alle 2 di notte. Volevo morire. Mi stavo per dare fuoco col cannello per la crème brulè!
Unica nota positiva: sono talmente soporiferi che stanotte, malgrado i miei gatti/nipoti Ginger e Sebastian mi abbiano ballato la rumba addosso per ore, sono crollata talmente di sasso che non ho sentito niente di niente! Dovrei chiamarli ogni sera prima di andare a letto: dove c'è Barilla non c'è insonnia!
Ora mando il nuovo slogan ai pubblicitari, vediamo se lo usano!

2 commenti:

  1. Vendo direttamente dal blog di Ladybug... e sto continuando a ridere dalla prima lettura... :D
    Io non so se avrei retto due come Mr e Mrs Barilla! Più che altro per il sonno: io ad una certa ora, mi sarei sdraiata sul divano a dormire e non per dispetto, per farli andare via, ma semplicemente perché sarebbe stato automatico... :D

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  2. Eh mia cara Mafalda, confermo che i Barilla sono davvero tremendi!
    Benvenuta :*

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